FAQ

Frequently Asked Questions

Benvenuti nella sezione Domande Frequenti in Pediatria di Studio Mostert. Qui rispondiamo in modo chiaro e affidabile alle principali curiosità dei genitori su allergie, disturbi infantili, nutrizione, vaccinazioni, sviluppo e incidenti. Ogni risposta è pensata per offrire informazioni immediate, supportate dalla solida esperienza clinica del Prof. Michael Mostert.

Per ulteriori approfondimenti su salute, alimentazione, crescita e consigli pediatrici, consulta anche la nostra sezione Blog aggiornata con articoli scritti dal Prof. Mostert.

Pediatra a Torino Prof Michael Mostert Domande/Risposte

ALLERGIE

DERMATITE ALLERGICA

La dermatite allergica è caratterizzata da lesioni eritematose, edematose e vescicolari confluenti in chiazze a limiti sfumati associate a prurito. All’origine c’è spesso un’elevata sensibilità della pelle ai nuovi materiali di cui i pannolini sono fatti.

La terapia si basa essenzialmente sulla prevenzione, eliminando o riducendo l’esposizione all’allergene o all’irritante.

La prima cosa da fare, quando si notano arrossamenti nell’area genitale del bambino, è cercare di mantenere l’area la più asciutta e pulita possibile.

Per questo occorre cambiare il pannolino di frequente, lavando il bambino a ogni cambio con acqua e, solo all’occorrenza, con un detergente neutro e non aggressivo.

Dopo il lavaggio, il sederino va tamponato con un asciugamano morbido, non sfregato. Può essere utile applicare un sottile velo di una crema protettiva, per esempio all’ossido di zinco, che forma una barriera contro l’umidità che si può creare nel pannolino, o una base di pantenolo, che coadiuva il naturale processo di riparazione della pelle.

In fase acuta è possibile utilizzare creme lenitive per le manifestazioni essudative, creme grasse per le forme secche e brevi cicli con steroidi topici.

DERMATITE ATOPICA

La dermatite atopica è una malattia infiammatoria della pelle, caratterizzata da eczema, prurito e secchezza cutanea, che colpisce il 15-20 % dei bambini da 0 a 10 anni, più degli adulti.

ORTICARIA

L’orticaria è una delle più comuni malattie dermatologiche. Si stima che circa il 20 % della popolazione presenti orticaria almeno una volta nella vita. È un’eruzione cutanea caratterizzata dalla comparsa improvvisa di pomfi pallidi, rosati o rossi e pruriginosi, localizzati o diffusi, che cambiano rapidamente entro 24 ore. I pomfi sono generalmente superficiali, ma possono associarsi a angioedema.

Molti casi non necessitano di terapia; in alternativa si possono usare antistaminici, mentre i casi più gravi possono richiedere un ciclo breve di corticosteroidi orali.

**Cause frequenti**:
– Allergie alimentari (arachidi, crostacei, uova, noci, kiwi, formaggi…)
– Fattori ambientali (pollini, acari, sostanze chimiche)
– Farmaci (antibiotici, FANS, aspirina, ecc.)
– Punture di insetti (api, vespe)

**Fattori che peggiorano i sintomi**: stress, alcool/caffeina, pressione sulla pelle, FANS/ACE-inibitori, calore, freddo, pressione, acqua

RINITE ALLERGICA

La rinite allergica è una malattia frequente (20-25 % della popolazione). Sintomi: starnuti, prurito nasale, ostruzione, tosse secca, spesso con congiuntivite. È spesso stagionale (pollini) e può associarsi ad asma.

Gli antistaminici orali migliorano gli starnuti; i colliri antistaminici alleviano la congiuntivite. I lavaggi nasali con soluzione fisiologica tiepida sono consigliati; eventuali spray nasali cortisonici si usano secondo indicazione medica.

INCIDENTI & SICUREZZA

INGESTIONE ACCIDENTALE DI FARMACI

Prevenzione fondamentale: tenere i farmaci fuori dalla portata del bambino. In caso di ingestione sospetta:
– non indurre il vomito, non far bere latte né altro
– contattare subito il Centro Antiveleni (avere la confezione e quantità ingerita)
– se non raggiungibile, recarsi al Pronto Soccorso più vicino

PREVENZIONE DEGLI INFORTUNI

La prevenzione degli infortuni è la misura più importante per proteggere i bambini. Secondo dati UNICEF/OMS (2011), milioni di bambini muoiono per incidenti. Le prime cause: incidenti stradali, annegamenti, ustioni, cadute, avvelenamenti.

Osservate l’ambiente con gli “occhi del bambino”: curioso, instancabile, va protetto senza creare un clima di timore. Se accade un incidente: calma, osservazione e intervento tempestivo sono essenziali.

SOFFOCAMENTO (corpo estraneo)

Se un oggetto ostruisce le vie aeree:
– Chiamare il 112 e iniziare manovre di disostruzione
– **Lattanti**: posizione prona sulle ginocchia, capo in estensione, 5 colpi interscapolari con via di fuga laterale
– **Bambini più grandi**: 5 compressioni addominali (Heimlich) tra ombelico e sterno

Se l’oggetto è visibile nella bocca, tentare la rimozione con cautela: non ispezionare alla cieca.

SOFFOCAMENTO DA CIBO

Fattori di rischio:
– Anatomia: trachea stretta nei primi anni
– Abilità masticatorie in evoluzione
– Comportamenti imprevedibili a tavola

**Cibi a rischio**: duri (crosta, carote, mela, frutta secca), scivolosi (uva, pomodori, olive, ciliegie), fibrosi (carne, prosciutto, mozzarella, wurstel)

**Prevenzione**: offrire pezzi piccoli e morbidi, poca quantità, insegnare a masticare e modulare il ritmo del pasto

TAGLI E FERITE

**Ferite superficiali**:
– Lavare mani e ferita con acqua e sapone
– Eliminare eventuali corpi estranei
– Premere con garza sterile per 5-10 min se sanguina
– La vaccinazione antitetanica copre fino ai 15 anni

**Ferite profonde/emorragiche**:
– Chiamare il 112 immediatamente
– Tenere l’arto sollevato (se riguarda arto)
– Applicare garza compressiva e mantenere posizione
– Tenere bambino sdraiato con testa di lato

TRAUMA CRANICO

Il trauma cranico è frequente in età pediatrica. Osservazione domiciliare se:
– dinamica non grave
– bambino è consolabile
– eventuale vomito seguito da comportamento normale

Applica ghiaccio leggero per 10–15 min. Se emergono vomito, alterazione visiva, sonnolenza nelle 24-48 h successive → Pronto Soccorso.

TRAUMI ED EMATOMI

Per traumi ad arti:
– Se dolore importante → Pronto Soccorso
– In caso di ematoma o trauma lieve: ghiaccio per 10 min, più volte; nei giorni successivi, una crema a base di arnica con leggero massaggio

USTIONI

Classificazione e linee guida:
– Se estese >10 % o in zone delicate (viso, genitali): ricovero
– Se piccole (<10 % primo/secondo grado oppure <3 % terzo grado, senza complicazioni): gestibili a domicilio:

1. Raffreddare con acqua
2. Detergere con fisiologica
3. Non forare eventuali vescicole
4. Applicare garza medicata (es. fitostimoline)

NUTRIZIONE

ALLATTAMENTO MATERNO

Il latte materno è l’alimento ideale: copre i fabbisogni, protegge da infezioni, riduce il rischio di obesità futura e favorisce il legame madre-bambino. È normale che nei primi giorni le poppate siano frequenti. Offri il seno “a richiesta”, assicurando corretta posizione e attacco (bocca ben aperta, labbra estroflesse, mento che tocca il seno). Evita biberon e ciucci nelle prime settimane se non strettamente necessari. In caso di dolore, ragadi o dubbi su crescita e quantità, confrontati con il pediatra/consulente dell’allattamento.

DOLORI

CEFALEA

La cefalea è il termine medico che indica il mal di testa.

Le cefalee si dividono in due grandi gruppi: le cefalee primarie (emicrania, cefalea tensiva, cefalea a grappolo), scatenate da fattori di natura chimica oppure ambientale (come ansia, carenza di sonno, alimentazione ecc.), e le cefalee secondarie, che sono sintomo di altri disturbi o di malattie potenzialmente pericolose, quali il trauma cranico, l’ipertensione, l’abuso di sostanze alcoliche od oppiacee, la sinusite, la meningite ecc.

Quando il mal di testa è lieve e occasionale gli attacchi si possono curare con farmaci da banco, meglio se prescritti dal medico di famiglia. Infatti i farmaci auto prescritti o consigliati da persone che soffrono di disturbi che appaiono simili  ai nostri possono non essere quelli adeguati: oltre a non essere efficaci nel combattere il mal di testa, con il tempo possono anche risultare dannosi per la tendenza a prenderne più del dovuto, con il rischio di sviluppare la cosiddetta “cefalea da abuso farmaci”.

Se il dolore è insistente e si presenta con una regolarità e un’intensità tale da rendere difficile lo svolgimento delle attività quotidiane, quando cioè il mal di testa incide sulla qualità della vita, è indispensabile rivolgersi ad uno specialista neurologo, che sarà in grado di diagnosticare correttamente la cefalea del paziente e di individuarne le cause, impostando così un programma di prevenzione e di terapia.

Lo specialista effettua la diagnosi che permette di inquadrare la malattia e le sue cause scatenanti. Questo è essenziale per prescrivere un’adeguata terapia farmacologica, ma anche per avviare un programma di prevenzione che riduca il numero e l’intensità degli attacchi. Oltre ai farmaci, può essere d’aiuto anche cambiare alcune abitudini di vita (per esempio, alimentarsi dormire regolarmente, evitare le situazioni stressanti ecc.) o di alimentazione (individuando ed eliminando alimenti che possono scatenare gli attacchi come i formaggi stagionati, gli insaccati, il cioccolato, gli alcolici ecc.), oppure eseguire tecniche di rilassamento specifico

DOLORE PERSISTENTE

Se un dolore, in qualsiasi parte del corpo, è costante nel ripresentarsi nel tempo e con le stesse caratteristiche,  va segnalato al pediatra.

MAL DI PANCIA

La maggior parte delle volte non è preoccupante, può dipendere da errori alimentari, spesso da cattiva e irregolare pulizia intestinale (fare un clistere aiuta e non nuocei). Far visitare dal pediatra immediatamente se:
Dolore appendicolare: raro sotto i 4 anni, acuto ad aumentare in zona prima ombelicale poi a destra, bambino fermo e sofferente, non si fa toccare la pancia.
Dolore testicolare: intenso, testicolo gonfio, rosso o bluastro, bambino non si fa toccare, talvolta zoppica.

MAL DI PANCIA RICORRENTE NEL BAMBINO

mal di pancia è una delle patologie che si presenta più frequentemente nei bambini.

Per dolore addominale ricorrente si intende un mal di pancia che si ripresenta almeno una volta al mese o più, per alcuni mesi di seguito, con durata di qualche ora, che modifica la qualità di vita del bambino e di conseguenza allarma i genitori. Il mal di pancia ricorrente riguarda soprattutto i bambini in età scolare.

Non si tratta quindi di: coliche gassose del lattante, dolore addominale durante la gastroenterite (diarrea), dolore addominale acuto con bambino sofferente, immobile, con pianto acuto o lamentoso (attacco appendicite, invaginazione intestinale, occlusione intestinale, volvolo…) da far valutare con urgenza, o di dolore addominale in corso di infezioni febbrili (infezione delle vie urinarie, broncopolmonite, pancreatite…) da far valutare dal pediatra, o di dolore addominale in corso di intossicazioni da alimenti o farmaci, da far valutare con urgenza.

Nel 90% dei casi la causa è funzionale, meno del 10% ha invece origine organica (stitichezza cronica, intolleranza a lattosio, malattia di Crohn, diverticolo di Meckel, calcolosi biliare, parassitosi, più raramente celiachia, infezioni dell’apparato urinario, calcolosi renale, idronefrosi).
L’origine funzionale del disturbo significa che vi è un’alterazione del funzionamento dell’intestino (alterazione della quantità di gas intestinali e/o ipereccitabilità della muscolatura intestinale o del passaggio del materiale fecale…).

Le possibili diagnosi del mal di pancia ricorrente sono: sindrome del colon irritabile; dispepsia non ulcerosa; emicrania addominale o vomito ciclico; dolore peri-ombelicale in particolari occasioni sociali (tensione, nervosismo, intense emozioni).

  • tenere un diarioper un po’ di tempo registrando la frequenza della comparsa del disturbo, il momento della giornata in cui si presenta, la modalità in cui si presenta (con o senza nausea, gonfiore addominale, presenza di vomito, cefalea, relazione con eventi della vita…), le abitudini di evacuazione intestinale ( quotidiana o no, caratteristiche delle feci ), il tipo di alimentazione…;
  • il pediatra deve innanzitutto escludere le cause organiche e arrivare a unadiagnosi precisa;
  • evitare come primo approccio le “etichette psicologiche”(disagio scolastico, gelosia, difficoltà familiari …) prima di avere escluso una causa patologica organica o una causa  funzionale;
  • le forme funzionali si giovano dicorrette abitudini alimentari, di un buono stile di vita e di farmaci opportuni talvolta anche a scopo preventivo per l’insorgenza del dolore: il pediatra caso per caso darà le indicazioni che miglioreranno la qualità di vita del bambino.

MAL DI TESTA

È un dolore frequente in età pediatrica e molto raramente è il sintomo di patologie gravi, spesso accompagna le comuni infezioni del bambino (cefalee secondarie).

Cefalee primarie:

  • emicrania: interessa la zona frontale, spesso vi è familiarità, è un dolore pulsante, limita l’attività fisica, spesso accompagnato da nausea, il bambino ricerca il sonno e il buio;
  • cefalea muscolo – tensiva: dolore costrittivo, bilaterale, non limita l’attività fisica.

MALATTIE / DISTURBI

ACNE

L’acne in età pediatrica/adolescenziale è legata a ipersecrezione sebacea e ostruzione dei follicoli con possibile sovrainfezione batterica. Igiene delicata, evitare manipolazioni; la terapia (topica o sistemica) va valutata dal pediatra/dermatologo.

ALITOSI

L’alitosi è causata nel 90 % dei casi da batteri e residui di cibo su denti, lingua, tonsille. **Igiene orale accurata** è il migliore rimedio (€ pulizia, lingua, denti, tonsille).

ALOPECIA AREATA

Perdita di capelli a chiazze, di solito a bordi netti; è spesso su base autoimmune. Di norma i bulbi restano vitali e i capelli possono ricrescere. La gestione è specialistica; utili rassicurazione e follow-up.

ANSIA

Somatizzazioni frequenti (mal di pancia, cefalea, insonnia). Aiuta routine regolare, dialogo e supporto genitoriale; quando interferisce con scuola/relazioni è utile un percorso psicologico.

APNEE (SIDS)

Linee guida di prevenzione: sonno supino su superficie rigida, ambiente senza fumo, temperatura adeguata, evitare cuscini/peluches ingombranti, allattamento quando possibile, condivisione stanza (non del letto) nei primi mesi.

BRONCHITE ASMATICA

Episodi ricorrenti di tosse e sibili (respiro sibilante), spesso scatenati da virus/allergeni. Diagnosi clinica e, se indicato, spirometria; terapia con broncodilatatori ± antinfiammatori secondo prescrizione.

CANDIDA

Causata da Candida spp.; nel bambino può interessare mucose (mughetto), pieghe cutanee, area pannolino. Igiene accurata, asciugatura delle pieghe e, se necessario, antifungini topici secondo indicazione.

CANDIDA DA PANNOLINO

Eritema vivo con margini netti e pustoline satellite nell’area coperta dal pannolino. Arieggiare, cambiare spesso, detergere con acqua, applicare crema barriera e antifungino se indicato.

CELIACHIA

Intolleranza permanente al glutine con possibile diarrea/stipsi, gonfiore, calo ponderale o forme pauci-sintomatiche. Diagnosi con sierologia e, se necessario, biopsia; terapia: dieta rigorosamente senza glutine.

CHERATOSI SEBORROICA

Lesioni ipercheratosiche benigne, più comuni in età adulta ma possibili varianti pediatriche. In genere osservazione; rimozione solo se traumatizzate/antiestetiche, previa valutazione dermatologica.

CONVULSIONI FEBBRILI

Crisi convulsive associate a febbre (tipiche tra 6 mesi e 5 anni). Di solito sono brevi e a prognosi buona. Durante la crisi mettere il bimbo sul fianco, non introdurre oggetti in bocca, monitorare tempi e rivolgersi al PS se prolungata o prima crisi.

DERMATITE DA PANNOLINO

Irritativa da umidità e sfregamento: arrossamento diffuso nell’area pannolino. Prevenzione: cambi frequenti, acqua e detergenti delicati, asciugatura per tamponamento, creme barriera all’ossido di zinco.

DERMATITE IRRITATIVA

Reazione infiammatoria a contatto con irritanti (saponi, metalli, tessuti). Rimuovere l’agente, idratare con emollienti; nei casi acuti brevi cicli con topici anti-infiammatori secondo indicazione medica.

DERMATITE SEBORROICA

Nei lattanti “crosta lattea”: squame giallastre su cuoio capelluto/aree seborroiche. In genere regredisce spontaneamente entro il 4° mese. Utili oli emollienti prima del bagnetto e detersione delicata.

EPATITE

Infiammazione del fegato (cause virali/metaboliche/farmaci). Alcune forme sono prevenibili con vaccino (es. Epatite A/B). In presenza di ittero, urine scure, astenia, rivolgersi al pediatra.

EPISTASSI

Sanguinamento di naso frequente in età pediatrica: far soffiare con decisione, comprimere le ali del naso sul setto per ~10 minuti, testa leggermente in avanti. Se persiste o recidiva spesso, valutazione ORL.

ERNIA INGUINALE E CRURALE

Bozza inguinale/inguino-scrotale che aumenta con pianto/sforzo. Rischio di strozzamento: valutazione chirurgica pediatrica per indicare il timing dell’intervento.

FEBBRE DEI BAMBINI

È un sintomo, non una malattia. Valutare lo stato generale più che il numero. Idra tazione, abbigliamento leggero; antipiretici solo se il bambino è sofferente. Attenzione ai <3 mesi e a segni di allarme → PS.

INFLUENZA

Febbre, mialgie, tosse, rinite; gestione sintomatica, riposo e liquidi. Vaccino annuale raccomandato per categorie a rischio secondo linee guida vigenti.

INSONNIA

Difficoltà di addormentamento/risvegli notturni. Utile routine serale costante, ambiente buio e silenzioso, niente schermi prima di dormire; evitare “pianti solitari” prolungati.

INFEZIONI RESPIRATORIE RICORRENTI DEI BAMBINI

Frequenti nei primi anni di vita; calano con la maturazione immunitaria. Igiene mani, allontanamento dal fumo, corrette abitudini di sonno/alimentazione riducono gli episodi.

INTESTINO IRRITABILE (COLITE)

La sindrome dell’intestino irritabile (SII) è caratterizzata da dolore addominale, gonfiore, diarrea o stipsi per almeno 3 mesi (anche intermittenti). La gastroenterologia utilizza la gastroscopia per monitorare la mucosa e indagare la gastrite, in particolare da Helicobacter pylori.

La terapia viene mirata a trattare la causa e rallentare l’infiammazione gastrica.

GASTRITE

Infiammazione della mucosa gastrica (talora da Helicobacter pylori). Sintomi: dolore epigastrico, nausea, bruciore. Diagnosi e terapia (eradicazione se indicata) a giudizio medico.

GONFIORE ADDOMINALE (METEORISMO)

Cause: ansia, ingestione eccessiva di aria, bevande gassate, alimenti fermentabili (legumi), intolleranze (es. lattosio), stipsi. La causa più comune: stipsi.

Accorgimenti: mantenere adeguata regolarità intestinale e identificare cause alimentari.

LINEE GUIDA PER LA SIDS (MORTE IMPROVVISA)

Prevenzione: sonno supino, materasso rigido, niente fumo, temperatura adeguata, niente cuscini/oggetti soffici nel letto, allattamento quando possibile, condivisione stanza.

MALATTIE PSICOSOMATICHE

Sintomi fisici legati a stress/ansia (es. cefalea, dolori addominali). Approccio integrato: rassicurazione, stili di vita, sostegno psicologico se necessario.

MANI-PIEDI-BOCCA

Infezione virale benigna (Coxsackie). Febbricola, vescicole in bocca e su mani/piedi. Cura sintomatica e idratazione; molto contagiosa nelle prime fasi.

MENINGITE

Infiammazione delle meningi (virale o batterica). Segni d’allarme: febbre alta, cefalea forte, vomito, rigidità nucale, fotofobia, porpora. **Emergenza**: rivolgersi subito al PS. Prevenzione con vaccini specifici.

MOLLUSCO CONTAGIOSO

Piccole papule ombelicate virali, autolimitanti. Evitare grattamento; rimozione/terapia se fastidiose o estese secondo valutazione dermatologica.

PEDICULOSI

Pidocchi del capo: prurito e lendini sui fusti. Trattare con prodotti specifici e rimuovere le lendini con pettine a denti fitti; controllare e trattare i contatti.

PRURITO

Sintomo comune (allergie, dermatiti, secchezza, parassitosi). Idratare la pelle, evitare caldo e indumenti irritanti; identificare e trattare la causa con il pediatra.

REFLUSSO GASTROESOFAGEO

Rigurgiti frequenti nei lattanti spesso fisiologici; se dolore/scarsa crescita, valutazione medica. Misure posturali e alimentari, terapia se indicata.

SCARLATTINA

Infezione da Streptococco con febbre, faringodinia e esantema “carta vetrata”. Diagnosi rapida e antibiotico secondo prescrizione per prevenire complicanze.

SCREPOLATURE ANALI

Fissurazioni dolorose spesso associate a stipsi. Ammorbidire le feci (fibre, idratazione), igiene delicata e, se necessario, creme specifiche secondo indicazione.

SINDROME METABOLICA

Quadro di sovrappeso/obesità con alterazioni metaboliche. Prevenzione: alimentazione equilibrata, attività fisica regolare, riduzione sedentarietà; monitoraggio pediatrico.

STITICHEZZA

Feci dure/infrequenti con dolore alla defecazione. Fibre (frutta/verdura/legumi), idratazione e routine al bagno; eventuale supporto farmacologico su indicazione.

STRESS

Può manifestarsi con disturbi del sonno, somatizzazioni, irritabilità. Utile riorganizzare tempi/attività, rafforzare comunicazione e, se serve, supporto psicologico.

TINEA CAPITIS

Con tigna della testa, o tinea capitis, si intendono tutte le dermatofizie pilari del cuoio capelluto, ovvero infezioni provocate da funghi che interessano lo strato superficiale della pelle della testa.

Sono sostenute da miceti (funghi) del genere Microsporum e Trichophyton e, in base all’agente e al tipo di parassita, vengono distinte in:

  • tinea capitis microsporica. È laforma più frequente, caratterizzata da chiazze eritematose e desquamative, tondeggianti, a limiti netti, del diametro variabile fra 1 e 10 cm, senza alcun carattere di tipo infiammatorio.  Le chiazze possono essere uniche o, più raramente, multiple, isolate o confluenti in chiazze a contorni policiclici. Nel contesto delle chiazze si osservano peli tronchi di 2-3 mm. I funghi che causano questa forma appartengono al genere  canis;

È fondamentale rivolgersi al medico per diagnosticare la tigna della testa e non confonderla con altre patologie del cuoio capelluto.

La diffusione avviene attraverso il contagio interumano; il contagio animale è responsabile delle forme isolate e sporadiche.

Nel contagio interumano sono importanti le collettività infantili, come nido e scuola materna. È possibile inoltre un contagio indiretto attraverso capi di vestiario, oggetti personali quali pettinispazzolesedili dei pullman e altri oggetti.

È importante intervenire prontamente con la terapia per evitare che si formi un’alopecia cicatriziale.

La terapia prevede l’utilizzo della griseofulvina al dosaggio di 20-25 mg/kg/die per 30-40 giorni. È necessario associare un trattamento locale che consiste nella rasatura dei capelli per 5 settimane e medicazioni locali con antimicotici topici.

I triazolici e la terbinafina possono essere utilizzati ma per periodi più lunghi di trattamento.

TONSILLE E ADENOIDI INFIAMMATE

Le tonsille e le adenoidi sono costituite da tessuto linfatico e situate le prime ai lati della gola, le seconde in una strettoia tra naso e gola.
Compito del tessuto linfatico è quello di produrre anticorpi verso virus e batteri e di bloccarne la diffusione. Questi organi hanno quindi il compito di costituire una barriera sia meccanica sia biologica per neutralizzare i germi.

L’aumento della vita sociale per i bambini (nidi o scuole materne) li espone, chi più chi meno, a incontrare per la prima volta vari germi(virus e batteri), motivo per cui si ammalano più frequentemente. I germi entrano nell’organismo attraverso quella specie di areosol di goccioline microscopiche sospese nell’aria che emettiamo quando parliamo o attraverso il contatto con mani contaminate. Le mani si contaminano quando le avviciniamo alla bocca mentre starnutiamo e tossiamo, oppure anche per contatto con polvere d’ambiente dove alcuni germi sopravvivono. I germi venuti a contatto con il tessuto linfatico lo stimolano a produrre  anticorpi, in questo modo  le tonsille e le adenoidi si infiammano e si ingrossano. Questo fenomeno può durare il tempo dell’infezione, o, in caso di infezioni ravvicinate, può persistere un certo ingrossamento.

I germi responsabili delle più comuni infezioni dell’età pediatrica hanno quindi come passaggio obbligato il tessuto tonsillare: i sintomi sono gonfioreinfiammazione e, talvolta, presenza di puntini bianco-grigi (tonsillite).

Nella maggior parte dei casi si tratta di infezioni virali che non necessitano di terapia antibiotica, ma solo dell’uso dell’antipiretico se vi è febbre e del tempo di qualche giorno (2-6) perché gli anticorpi neutralizzino i virus fino alla guarigione.
In alcuni casi, invece, è presente lo streptococco beta emolitico di gruppo A (batterio);  la diagnosi può essere clinica ed effettuata durante la visita pediatrica, i casi dubbi invece richiedono conferma della diagnosi con l’esecuzione del tampone faringeo o il test rapido.
È molto importante porre una diagnosi certa, prima di tutto per non fare inutili terapie antibiotiche (i virus non rispondono agli antibiotici!), poi perché in 1 caso su 1000 che non viene trattato possono insorgere complicanze a distanza: la glomerulonefrite (infezione renale), la cardite (infezione del tessuto del cuore), la malattia reumatica (articolazioni).
In alcuni casi le tonsilliti sono ricorrenti e a distanza ravvicinata (con un intervallo di 15-30 giorni o anche di 2 mesi). In questo caso il pediatra dovrà valutare una consulenza otorinolaringoiatrica per un eventuale intervento chirurgico.

Le adenoidi, nella loro funzione di difesa, ingrossano e ostruiscono più o meno le cavità nasali; il fenomeno può essere temporaneo e durare il tempo di un raffreddore, o persistente condizionato sia dal numero delle infezioni, sia dalla conformazione individuale del viso.
L’entità dell’ingrossamento può causare una serie di disturbirespirazione a bocca apertarussamento notturno (cattiva qualità del sonno, sonnolenza diurna, difficoltà  di concentrazione a scuola, inappetenza), malocclusione dentaria (masticazione scorretta per alterazione dei movimenti di deglutizione nella respirazione a bocca aperta), possibili otiti, apnee notturne (il respiro si ferma quando l’ostruzione è notevole e si associa anche a ingrossamento tonsillare).

Per quanto riguarda le adenoidi, se sono presenti in forma importante i disturbi sopra elencati che rendono scadente la qualità del sonno e della vita del bambino, si rende necessaria la visita otorinolaringoiatrica per una valutazione chirurgica.

La prevenzione è quella valida in generale per la maggior parte delle infezioni più comuni.
Accorgimenti considerati dall’OMS come la prima e più importante strategia difensiva dalle infezioni, soprattutto in età pediatrica:

  • lavare spesso le mani, e soprattutto quando si rientra da un luogo pubblico asilo ecc);
  • arieggiare frequentemente i locali(anche in inverno!);
  • starnutire e tossire nella piega del gomito non parandosi con la mano;
  • lavare più volte al giorno le mucose nasali (lavaggi nasali con soluzione fisiologica).

VERMI INTESTINALI DEI BAMBINI

Ossiuri: prurito notturno perianale, possibile irritazione. Diagnosi con “scotch test” per 3 mattine; terapia per tutta la famiglia e norme igieniche (mani/unghie/lenzuola).

VARICELLA

La varicella è una malattia molto contagiosa in età pediatrica. Dopo incubazione (13–17 giorni): febbre, malessere e comparsa di macchie che evolvono in vescicole pruriginose → croste in ≈10 giorni.

Contagio: via aerea e contatto. Terapia sintomatica: antipiretici, antistaminici, lozioni.

Vaccinazione fortemente consigliata (non obbligatoria). Può avere complicanze in gravidanza o in immunodepressi. Il virus può riattivarsi anni dopo → herpes zoster.

VERRUCHE (HPV)

Le verruche volgari (70 %) e plantari (20–25 %) sono infezioni croniche da HPV. Contagio diretto o in luoghi umidi (saune, piscine). Si manifestano dopo 2–6 mesi.

Prevenzione: evitare contatto con aree contaminate; l’immunità individuale è cruciale nella risoluzione.

SVEZZAMENTO (ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE)

Si inizia in genere tra il 5° e il 7° mese, quando il bambino mostra interesse per il cibo, tiene il capo eretto e perde il riflesso di estrusione. Introdurre gradualmente alimenti ricchi di nutrienti (cereali, verdure, frutta, legumi, carne/pesce/uovo ben cotti, olio d’oliva). Offrire consistenze via via più spesse e pezzi morbidi per stimolare masticazione e autonomia. Continuare il latte (materno o formula). Un alimento nuovo per volta, osservando eventuali reazioni.

GLUTINE: INTRODUZIONE

Il glutine può essere introdotto liberamente tra i 5 e i 12 mesi, senza particolari schemi rigidi. Non è dimostrato che l’introduzione “precoce” o “tardiva” prevenga la celiachia. Offrire piccole quantità iniziali (semolino, pastina) e aumentare secondo gradimento e tolleranza.

LATTE VACCINO E LATTICINI

Il latte vaccino come bevanda principale si introduce dopo i 12 mesi; prima di quell’età non copre adeguatamente i fabbisogni di ferro e può favorire anemia. Yogurt e formaggi freschi si possono proporre dopo i 9-10 mesi in piccole quantità. Preferire versioni non zuccherate. Dopo l’anno, quantità totali di latte/derivati da modulare (es. 250–500 ml/die equivalenti).[/
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ACQUA E BEVANDE

Offrire acqua regolarmente, più spesso con caldo/febbre/attività. Evitare succhi, tisane zuccherate e bevande dolci: favoriscono carie e abitudine al dolce. No bevande energetiche. Limitare i succhi 100% frutta e preferire la frutta intera.

ZUCCHERO, DOLCI E SNACK

Limitare zuccheri aggiunti, merendine, caramelle e snack salati. Per la merenda scegliere frutta, yogurt bianco, pane + olio/crema di frutta secca 100%. Leggere le etichette: evitare prodotti con zuccheri ai primi posti dell’elenco ingredienti. Le “bevande per bambini” sono spesso zuccherate.

COLAZIONE E MERENDA: IDEE PRATICHE

Colazione: latte/yogurt + fiocchi d’avena o pane + frutta; evitare cioccolate spalmabili zuccherate quotidiane. Merenda: frutta di stagione, yogurt bianco, pane/pancake semplici, frutta secca (dai 4–5 anni e sempre in sicurezza anti-soffocamento).

FIBRE, VERDURE E LEGUMI

Offrire ogni giorno verdure (anche a pezzi morbidi per favorire masticazione), legumi 2–3 volte a settimana (passati o in polpette/creme per i più piccoli), cereali integrali gradualmente. Le fibre aiutano la regolarità intestinale e il senso di sazietà.

FERRO: FONTI E CONSIGLI

Fonti ricche: carne, legumi, tuorlo d’uovo, cereali fortificati. Abbinare vitamina C (frutta/verdura) aiuta l’assorbimento; latte in eccesso può ridurlo. In caso di anemia sospetta, rivolgersi al pediatra per eventuale supplementazione.

VITAMINA D, IODIO E ALTRI NUTRIENTI

La vitamina D spesso richiede supplementazione nel primo anno (e oltre nei mesi invernali) secondo indicazione pediatrica. Usare sale iodato in famiglia (poco e solo a tavola). Grassi di qualità: olio extravergine d’oliva come condimento principale.

PESCE, OMEGA-3 E FREQUENZA

Il pesce fornisce proteine di qualità e omega-3: proporlo 2 volte a settimana, ben cotto, variando le specie. Evitare lische: scegliere tagli adatti e controllare accuratamente.

ALLERGIE ALIMENTARI: COSA SAPERE

L’introduzione di alimenti potenzialmente allergenici (uovo, arachidi, pesce, frutta a guscio macinata) può avvenire nel corso dello svezzamento, in piccole quantità e in sicurezza (forme adatte all’età per ridurre il rischio di soffocamento). In caso di storia familiare importante o reazioni precedenti, concordare un piano col pediatra/allergologo.

INTOLLERANZA AL LATTOSIO

Nei lattanti è rara (il lattosio è lo zucchero del latte materno). Nei più grandi può causare gonfiore e dolore addominale dopo assunzione di latte. Si gestisce modulando le quantità e scegliendo yogurt e formaggi stagionati (più poveri di lattosio). Formule o latti “delattosati” solo se necessari.

CELIACHIA E DIETA SENZA GLUTINE

La diagnosi è medica (sierologia/biopsia secondo linee guida). La terapia è una dieta priva di glutine rigorosa e permanente: evitare frumento, orzo, segale e derivati; usare alimenti naturalmente senza glutine (riso, mais, quinoa, grano saraceno) o prodotti certificati. Attenzione alle contaminazioni in cucina.

DIETE VEGETARIANE/VEGANE IN ETÀ PEDIATRICA

Possibili ma da pianificare con attenzione per coprire proteine, ferro, calcio, zinco, vitamina B12 (necessaria supplementazione nelle diete vegane), vitamina D e omega-3. Fondamentale il monitoraggio del pediatra/dietista.

STIPSI: ALIMENTAZIONE UTILE

Aumentare gradualmente fibra (verdura/legumi/cereali integrali), idratazione, movimento. Regolarizzare gli orari bagno dopo i pasti (riflesso gastro-colico). Limitare latte/cacao in eccesso. Se necessario, terapia su indicazione medica.

DIARREA E REIDRATAZIONE

Priorità: prevenire la disidratazione con soluzioni reidratanti orali a piccoli sorsi. Mantenere un’alimentazione leggera (riso, patate, carni bianche/pesce, frutta non acida, yogurt), evitando bevande zuccherate. Consulto pediatrico se sangue nelle feci, febbre alta, letargia o diarrea prolungata.

ALIMENTI A RISCHIO SOFFOCAMENTO

Attenzione a pezzi duri (carote crude, mele a spicchi), tondi e scivolosi (acini d’uva, ciliegie, olive), e fibrosi (carne, wurstel, mozzarella). Offrire forme adatte (tritare/sch schiacciare/tagliare nel verso lungo), poco cibo per volta, seduti a tavola, senza distrazioni. Insegnare e modellare la masticazione.

IGIENE ALIMENTARE (SICUREZZA)

Lavare mani e superfici; separare crudo/cotto; cuocere bene uova, carne, pesce; refrigerare rapidamente gli avanzi. Evitare miele <12 mesi (rischio botulismo), latte crudo e uova crude. Controllare date di scadenza e conservazione in frigo.

PESO, BMI E PORZIONI

Monitorare crescita con le curve percentili. Offrire porzioni adeguate all’età, senza obbligare a “finire tutto”. Limitare schermi durante i pasti e favorire pranzo/cena in famiglia. In caso di sovrappeso/obesità, definire un percorso personalizzato con il pediatra.

UOVO, FRUTTA SECCA, MIELE: QUANDO

Uovo ben cotto si può introdurre nello svezzamento (prima il tuorlo in piccole quantità poi l’albume, sempre ben cotti). Frutta secca finemente macinata/in crema (100% frutta secca) può essere usata nello svezzamento per arricchire i pasti, evitando pezzi interi nei piccoli per rischio soffocamento. Miele solo dopo i 12 mesi.

SALE E CONDIMENTI

Poco sale, preferibilmente iodato; niente sale aggiunto nei primi mesi. Condire con olio extravergine d’oliva a crudo. Evitare dadi e salse pronte ricche di sale/zuccheri.

MENÙ SETTIMANALE: COME ORGANIZZARLO

Alternare cereali (riso, pasta, mais, avena), fonti proteiche (legumi, carne/pesce/uovo), verdure e frutta ogni giorno. Due pasti principali + 1-2 spuntini semplici. Prevedere pesce 2 volte/settimana; legumi 2–3; limitare carni processate. Coinvolgere il bambino nella scelta e preparazione per aumentare accettazione.

NUTRIZIONE

ALLATTAMENTO MATERNO

Il latte materno è l’alimento ideale: copre i fabbisogni, protegge da infezioni, riduce il rischio di obesità futura e favorisce il legame madre-bambino. È normale che nei primi giorni le poppate siano frequenti. Offri il seno “a richiesta”, assicurando corretta posizione e attacco (bocca ben aperta, labbra estroflesse, mento che tocca il seno). Evita biberon e ciucci nelle prime settimane se non strettamente necessari. In caso di dolore, ragadi o dubbi su crescita e quantità, confrontati con il pediatra/consulente dell’allattamento.

LATTE FORMULA: QUANDO E COME

Quando l’allattamento al seno non è possibile o sufficiente, si usa una formula idonea all’età (iniziale/di proseguimento). Preparare sempre secondo le indicazioni del produttore; usare acqua potabile fredda, biberon puliti e mani lavate. Non riutilizzare latte avanzato oltre 1 ora. Non aggiungere zucchero o cereali nel biberon. Le formule “speciali” (ipoallergeniche, antirigurgito, ecc.) si usano solo su indicazione medica.

SVEZZAMENTO (ALIMENTAZIONE COMPLEMENTARE)

Si inizia in genere tra il 5° e il 7° mese, quando il bambino mostra interesse per il cibo, tiene il capo eretto e perde il riflesso di estrusione. Introdurre gradualmente alimenti ricchi di nutrienti (cereali, verdure, frutta, legumi, carne/pesce/uovo ben cotti, olio d’oliva). Offrire consistenze via via più spesse e pezzi morbidi per stimolare masticazione e autonomia. Continuare il latte (materno o formula). Un alimento nuovo per volta, osservando eventuali reazioni.

GLUTINE: INTRODUZIONE

Il glutine può essere introdotto liberamente tra i 5 e i 12 mesi, senza particolari schemi rigidi. Non è dimostrato che l’introduzione “precoce” o “tardiva” prevenga la celiachia. Offrire piccole quantità iniziali (semolino, pastina) e aumentare secondo gradimento e tolleranza.

LATTE VACCINO E LATTICINI

Il latte vaccino come bevanda principale si introduce dopo i 12 mesi; prima di quell’età non copre adeguatamente i fabbisogni di ferro e può favorire anemia. Yogurt e formaggi freschi si possono proporre dopo i 9-10 mesi in piccole quantità. Preferire versioni non zuccherate. Dopo l’anno, quantità totali di latte/derivati da modulare (es. 250–500 ml/die equivalenti).[/
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ACQUA E BEVANDE

Offrire acqua regolarmente, più spesso con caldo/febbre/attività. Evitare succhi, tisane zuccherate e bevande dolci: favoriscono carie e abitudine al dolce. No bevande energetiche. Limitare i succhi 100% frutta e preferire la frutta intera.

ZUCCHERO, DOLCI E SNACK

Limitare zuccheri aggiunti, merendine, caramelle e snack salati. Per la merenda scegliere frutta, yogurt bianco, pane + olio/crema di frutta secca 100%. Leggere le etichette: evitare prodotti con zuccheri ai primi posti dell’elenco ingredienti. Le “bevande per bambini” sono spesso zuccherate.

COLAZIONE E MERENDA: IDEE PRATICHE

Colazione: latte/yogurt + fiocchi d’avena o pane + frutta; evitare cioccolate spalmabili zuccherate quotidiane. Merenda: frutta di stagione, yogurt bianco, pane/pancake semplici, frutta secca (dai 4–5 anni e sempre in sicurezza anti-soffocamento).

FIBRE, VERDURE E LEGUMI

Offrire ogni giorno verdure (anche a pezzi morbidi per favorire masticazione), legumi 2–3 volte a settimana (passati o in polpette/creme per i più piccoli), cereali integrali gradualmente. Le fibre aiutano la regolarità intestinale e il senso di sazietà.

FERRO: FONTI E CONSIGLI

Fonti ricche: carne, legumi, tuorlo d’uovo, cereali fortificati. Abbinare vitamina C (frutta/verdura) aiuta l’assorbimento; latte in eccesso può ridurlo. In caso di anemia sospetta, rivolgersi al pediatra per eventuale supplementazione.

VITAMINA D, IODIO E ALTRI NUTRIENTI

La vitamina D spesso richiede supplementazione nel primo anno (e oltre nei mesi invernali) secondo indicazione pediatrica. Usare sale iodato in famiglia (poco e solo a tavola). Grassi di qualità: olio extravergine d’oliva come condimento principale.

PESCE, OMEGA-3 E FREQUENZA

Il pesce fornisce proteine di qualità e omega-3: proporlo 2 volte a settimana, ben cotto, variando le specie. Evitare lische: scegliere tagli adatti e controllare accuratamente.

ALLERGIE ALIMENTARI: COSA SAPERE

L’introduzione di alimenti potenzialmente allergenici (uovo, arachidi, pesce, frutta a guscio macinata) può avvenire nel corso dello svezzamento, in piccole quantità e in sicurezza (forme adatte all’età per ridurre il rischio di soffocamento). In caso di storia familiare importante o reazioni precedenti, concordare un piano col pediatra/allergologo.

INTOLLERANZA AL LATTOSIO

Nei lattanti è rara (il lattosio è lo zucchero del latte materno). Nei più grandi può causare gonfiore e dolore addominale dopo assunzione di latte. Si gestisce modulando le quantità e scegliendo yogurt e formaggi stagionati (più poveri di lattosio). Formule o latti “delattosati” solo se necessari.

CELIACHIA E DIETA SENZA GLUTINE

La diagnosi è medica (sierologia/biopsia secondo linee guida). La terapia è una dieta priva di glutine rigorosa e permanente: evitare frumento, orzo, segale e derivati; usare alimenti naturalmente senza glutine (riso, mais, quinoa, grano saraceno) o prodotti certificati. Attenzione alle contaminazioni in cucina.

DIETE VEGETARIANE/VEGANE IN ETÀ PEDIATRICA

Possibili ma da pianificare con attenzione per coprire proteine, ferro, calcio, zinco, vitamina B12 (necessaria supplementazione nelle diete vegane), vitamina D e omega-3. Fondamentale il monitoraggio del pediatra/dietista.

STIPSI: ALIMENTAZIONE UTILE

Aumentare gradualmente fibra (verdura/legumi/cereali integrali), idratazione, movimento. Regolarizzare gli orari bagno dopo i pasti (riflesso gastro-colico). Limitare latte/cacao in eccesso. Se necessario, terapia su indicazione medica.

DIARREA E REIDRATAZIONE

Priorità: prevenire la disidratazione con soluzioni reidratanti orali a piccoli sorsi. Mantenere un’alimentazione leggera (riso, patate, carni bianche/pesce, frutta non acida, yogurt), evitando bevande zuccherate. Consulto pediatrico se sangue nelle feci, febbre alta, letargia o diarrea prolungata.

ALIMENTI A RISCHIO SOFFOCAMENTO

Attenzione a pezzi duri (carote crude, mele a spicchi), tondi e scivolosi (acini d’uva, ciliegie, olive), e fibrosi (carne, wurstel, mozzarella). Offrire forme adatte (tritare/sch schiacciare/tagliare nel verso lungo), poco cibo per volta, seduti a tavola, senza distrazioni. Insegnare e modellare la masticazione.

IGIENE ALIMENTARE (SICUREZZA)

Lavare mani e superfici; separare crudo/cotto; cuocere bene uova, carne, pesce; refrigerare rapidamente gli avanzi. Evitare miele <12 mesi (rischio botulismo), latte crudo e uova crude. Controllare date di scadenza e conservazione in frigo.

PESO, BMI E PORZIONI

Monitorare crescita con le curve percentili. Offrire porzioni adeguate all’età, senza obbligare a “finire tutto”. Limitare schermi durante i pasti e favorire pranzo/cena in famiglia. In caso di sovrappeso/obesità, definire un percorso personalizzato con il pediatra.

UOVO, FRUTTA SECCA, MIELE: QUANDO

Uovo ben cotto si può introdurre nello svezzamento (prima il tuorlo in piccole quantità poi l’albume, sempre ben cotti). Frutta secca finemente macinata/in crema (100% frutta secca) può essere usata nello svezzamento per arricchire i pasti, evitando pezzi interi nei piccoli per rischio soffocamento. Miele solo dopo i 12 mesi.

SALE E CONDIMENTI

Poco sale, preferibilmente iodato; niente sale aggiunto nei primi mesi. Condire con olio extravergine d’oliva a crudo. Evitare dadi e salse pronte ricche di sale/zuccheri.

MENÙ SETTIMANALE: COME ORGANIZZARLO

Alternare cereali (riso, pasta, mais, avena), fonti proteiche (legumi, carne/pesce/uovo), verdure e frutta ogni giorno. Due pasti principali + 1-2 spuntini semplici. Prevedere pesce 2 volte/settimana; legumi 2–3; limitare carni processate. Coinvolgere il bambino nella scelta e preparazione per aumentare accettazione.